Yoga, una disciplina antica nata oltre 5000 anni fa nella valle dell'Indo. La parola "yoga", dal sanscrito, significa "unire": unire corpo, mente e spirito. Le sue radici affondano nei Veda e nelle Upanishad, mentre opere come la Bhagavad Gita e gli Yoga Sutra di Patañjali ne hanno codificato i principi fondamentali. Uno dei testi più importanti dello Haṭha Yoga, la Haṭhayoga Pradīpikā, descrive 84 asana principali. Per questo percorso ne ho scelte 42, unite a 8 carte regine e 4 in movimento. Nel tempo, altri testi fondamentali, come la Gheraṇḍa Saṃhitā e la Śiva Saṃhitā, hanno reso le pratiche yoga accessibili a tutti. Tuttavia, spesso si ignora che lo yoga moderno – oggi conteso tra ginnastica, spiritualità e religione – affonda le sue radici in una storia lunga e affascinante, intrecciata con il mito. Il mito è la rappresentazione di un’idea e, per tramandarlo nel tempo e nello spazio, l’umanità ha sempre utilizzato storie, rituali, simboli e arte. Il mito parla di noi e ci aiuta a dare significato alla vita.

Da questa visione nascono le asana, posizioni che evocano il regno animale, la natura, le intuizioni dei saggi e i loro insegnamenti. Ogni asana va oltre l’aspetto fisico: entra nel cuore, risveglia emozioni, guarisce, ma può anche portare alla luce ferite e dolori. La sua funzione è rivelare i talenti nascosti e la vera natura di ciascuno di noi.

Ogni mito può rappresentarti. Ogni asana, ogni carta, ti pone una domanda e ti offre una risposta. Le Infinityoga non sono solo strumenti per la pratica dello yoga, ma guide per la trasformazione del corpo e della mente.